Il dialogo filosofico fra ragione e poesia

Il dialogo filosofico fra ragione e poesia
Biblioteca Tiraboschi, 25 gennaio 2007
Elie Wiesel,“Il processo di Shamgorod” (ovvero dialogare dio)


C’è una sola domanda che realmente importa: perché cose brutte accadono a gente buona?
Ogni conversazione sul tema di Dio o parte o arriva a questa domanda.
La Bibbia non offre risposte al problema della sofferenza e del male così come oggi ce lo
poniamo.
La problematica del male, nella Bibbia, si dipana intorno ad alcune chiavi interpretative:
. il dolore viene da Dio come punizione
. il dolore viene da Dio come via alla purificazione
. il dolore viene da Dio affinché i giusti purghino per gli altri
. le colpe dei padri ricadono sui figli
Esiste anche un altro filone della riflessione rabbinica, che può apparire scandaloso ai più:
quello della protesta , del rifiuto. Lo scandalo, del resto, è alla base del tema che stiamo
trattando. Non se ne può fare a meno. Da questa prospettiva:
. il dolore non si giustifica neppure nell’ottica di un premio futuro
. il dolore nella prospettiva della sofferenza immeritata deve essere respinto
. il dolore del mondo rimanda all’immagine del “trono di impostura”( Levi Jizchaq)
Si legga a tal proposito il discorso di Ivan Karamazov: “ Io voglio vedere con i miei occhi
il daino sdraiarsi accanto al leone e l’ucciso alzarsi e abbracciare il suo uccisore…”.
“ Ascolta! Se tutti devono soffrire per acquistare l’eterna armonia , che c’entrano qui i
bambini?Dimmelo, ti prego…Non si capisce a che scopo essi debbano soffrire…”.
E ancora una volta Camus nel romanzo “La Peste”: “ No Padre , io mi faccio un’altra idea
dell’amore , e mi rifiuterò fino alla morte di amare questa creazione dove i bambini sono
torturati…”.
E alla fine Elie Wiesel : “ Dio e Birkenau non vanno insieme…Come conciliare il Creatore
con la distruzione mediante il fuoco di un milione di bambini ebrei?”.
Ebbene, Elie Wiesel cavalca appieno la tradizione rabbinica della contestazione.
“Il Processo di Shamgorod “ è ambientato nel 1649 in un piccolo villaggio sperduto sul
fiume Dniepr ( fra Bielorussia e Ucraina); le orde cosacche hanno sterminato tutti gli ebrei,
sono sopravvissuti solo un taverniere e la figlia, stuprata dai cosacchi e per questo pazza.
A questa osteria giungono, per la festa del Purim – la festa dell’oblìo e della dimenticanza –
degli attori girovaghi , che vogliono allestire uno spettacolo sulla storia di Ester . L’oste
invece pretende che in sostituzione di quello si insceni un processo contro Dio, e lui
assume la parte dell’accusatore. Egli accusa Dio di aver consentito il massacro del suo
popolo. Il processo richiede perciò un difensore , ma nessuno vuole assumere questo ruolo.
Finalmente giunge alla locanda un elegante signore , il quale si dichiara pronto a difendere
Dio. Lo fa sfoggiando tutta la Teodicea tradizionale…
I cosacchi stanno ritornando e il pope invita tutti gli ebrei a farsi battezzare per evitare il
massacro . Quando ormai il rumore dei cosacchi è vicino, si scopre che il difensore di Dio
è il Diavolo…
Non so se ci possa essere una conclusione : mi viene alla mente una parola ebraica , e su
questa vorrei intessere un possibile percorso di ricostruzione dell’idea di Dio…
“SOSPESO” (TEQU)…
E’ un termine usato nel Talmud quando si arriva a un punto morto della discussione…
A partire da questo orizzonte – non orizzonte ho provato a trovare alcune parole , e sono
solo parole, che possano tradurre questa idea del dialogo silenzioso – o muto – che viene a
intessersi fra l’uomo e il Dio biblico.
A s s e n z a : all’assente ( Dio ) io faccio continuamente il discorso sulla sua assenza…
L’Altro è assente come referente ma presente come allocutore …Da tale distorsione nasce
un presente insostenibile. L’assenza si protrae , e bisogna che io la sopporti. Io devo perciò
manipolarla, è la scena del mio linguaggio. L’assenza diventa il mio affaccendamento…
A g o n i a : sono uno psicotico in agonia quando tento di parlare di Dio …Vivo , come lo
psicotico, nel timore del crollo… Ma la paura clinica del crollo è la paura di un crollo che
è già avvenuto ( primitive agony) … La paura della perdita di Dio è la paura di una perdita
che è già avvenuta, sin dall’inizio… Non essere più angosciato, l’hai già perduto…
A t t e s a : l’attesa è un incantesimo … Io ho avuto solo l’ordine di non muovermi … E se
Lui non viene, io lo allucino…E’ un delirio… Invento immagini, dipingo forme…
M u t i s m o : e allora devo o non devo parlare ? Devo rinunciare a parlare nel deserto o
devo trovare nuove forme di teatro su Dio? E’ tutto un tranello, un vile mascheramento…
I n c o n o s c i b i l i t à : sono prigioniero di questo paradosso … credo di conoscerlo e
percepisco, nello stesso tempo, che è impenetrabile… Forse si tratta di un enigma che non
si potrà mai risolvere… E il mio eventuale interessamento produce solo opacità… E io
provo ad affidarmi alla poesia, ultima speranza…
P. Celan, “La verità della poesia” ( Controluce, ovvero il Paradosso) :
- “Era primavera e gli alberi volarono ai loro uccelli” - “L’ora balzò fuori dall’orologio e gli ordinò di andar giusto” - “Sotterra il fiore e su questa tomba deponi l’uomo” - “ Tu non potrai vedere il mio volto…( Esodo, 33, 20 – 23)
- “ Allora Dio disse : - Se tu non vuoi che io pianga, io andrò in un luogo dove non ti
è permesso entrare, e la piangerò…Io piangerò solo in luoghi segreti…”
( Geremia, 13, 17 – 18 )

Il Paradosso finale potrebbe essere il pianto di Dio?
Il Paradosso finale potrebbe essere il grido di Dio?
Il Paradosso finale potrebbe essere la compassione di Dio per l’uomo?
Il Paradosso finale potrebbe essere la compassione dell’uomo per Dio?
Montorfano, 25 gennaio 2007 prof. Giacomo Paris

Source: http://www.fratussrl.it/public/images/giacomoparis/il%20dialogo%20filosofico%20fra%20ragione%20e%20poesia.pdf

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UPDATED CURRICULUM VITAE (CV) 2008 - PROFESSOR DR ROSNAH BINTI MOHD ZAIN (RB ZAIN) Brief Introduction: Rosnah Zain received her Bachelor of Dental Science from the University of Queensland, Australia in 1977. She joined the Faculty of Dentistry, University of Malaya, Kuala Lumpur, Malaysia and soon after graduation, she began her clinical/research training at the University of Michigan

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Carta Encíclica Deus caritas est del Summe Pontífex Benet XVI sobre l'amor cristià 25 de desembre de 2005, Solemnitat de la Nativitat del Senyor INTRODUCCIÓ 1. «Déu és amor; el qui està en l'amor està en Déu, i Déu està en ell» (1 Jn 4,16). Aquestes paraules de la Primera carta de Joan expressen amb claredat meridiana el cor de la fe cristiana: la imatge cristiana

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