Ester 1,1a-1r Il libro di Ester si presenta come un dramma. Suo intendimento è istruire ed edificare il lettore
attraverso la narrazione di un evento riccamente amplificato. [Noi seguiremo il testo greco, come fa la traduzione recente del a CEI]
Il dramma si svolge al a corte persiana (sec. V-IV a.C.). I personaggi sono: Mardocheo, un giudeo del a diaspora, che occupa un posto influente al a corte persiana; Aman, potente servo del re
persiano e nemico dei giudei; Artaserse, il re persiano; Ester, una giovane giudea divenuta regina; infine, c’è “la nazione dei giusti”, cioè il popolo dei giudei.
Mardocheo, il giudeo, ha un sogno. Vede la lotta di due enormi draghi. Vede le nazioni coalizzarsi contro il popolo giudaico. Ma questo popolo “grida”, e dal suo grido “come da una piccola fonte,
sorge un grande fiume”. Appare la luce e il sole: “gli umili furono esaltati e divorarono i superbi”. Il dramma descritto nel libro altro non fa che “narrare” il realizzarsi di questo sogno.
Tutto prende avvio da una congiura sventata da Mardocheo. Il fatto viene redatto e conservato negli archivi di corte. Appare subito il personaggio “cattivo”: Aman. Egli “cerca di fare del male a
Mardocheo e al suo popolo”. Ester 1,1-22
La costruzione del dramma parte da lontano, dal a detronizzazione del a regina Vasti. Il re Artaserse, al culmine del a sua potenza e del a sua tronfia ostentazione - ma è ubriaco! –
riceve un rifiuto da parte del a regina Vasti, che non vuole essere considerata come uno dei tanti “oggetti preziosi” in possesso del marito/re. Vuol “contare”, avere un ruolo non subordinato al
marito/re. Questo gesto è compiuto “davanti ai capi di tutte le nazioni”, vale a dire che tutte le regine o donne
in genere lo potrebbero assumere. Da parte loro verrebbe meno “il timore del marito”. Questo non può essere: le leggi non lo permettono. Vasti è detronizzata!
Ester 2 Vasti, la regina ribel e, è stata detronizzata. Bisogna trovare ora una nuova regina.
Veramente squal ido e avvilente (soprattutto per la donna!) è il criterio del a scelta: una ragazza bel a che sappia intrattenere il sovrano in una notte d’amore. E’ tutto qui “il peso” di una regina? E’
tutto qui “la forza” di un sovrano?Tra le tante vergini, viene scelta Ester, cugina e potenziale sposa di Mardocheo. E’ scritto che “il re
si innamorò di Ester”. Ester è una giovane ebrea che, salita al trono, conserva il timore di Dio, osserva cioè i suoi
comandi. Con grande fierezza, il narratore afferma che Ester “non cambiò il suo modo di vivere”. Con questo tocco, vuole dare subito un grande insegnamento. In qualsiasi luogo o tempo uno è
chiamato a vivere, non deve mai dimenticare la sua fede. Deve essere coerente, anche se è difficile e rischioso!
L’amore del re per Ester si accresce, poi, per il fatto che lei denuncia una congiura contro il re. Dunque, Ester comincia a … “contare”!
Ester 4 Mardocheo grida disperato e affranto: “Viene distrutto un popolo che non ha fatto nulla di male”.
Come reagire a un dramma così grande? Dice a Ester: “Chissà che tu non sia diventata regina proprio per questa circostanza?”. Poi le comanda di entrare dal re e di “domandargli grazia e
intercedere a favore del popolo”. Ma, entrare dal re senza essere chiamati significa sfidare la morte!
Ester si pone in atteggiamento di penitenza e di preghiera. Di fronte al a certezza di morte del suo popolo (“la morte stava davanti ai loro occhi”), accetta di
esporre la sua vita (“entrerò dal re, anche se dovessi morire”). Entrerà dal re! Ma prima fa pregare e digiunare. Lei stessa digiuna e prega: “Salvaci con la tua
mano e vieni in mio aiuto, perché sono sola e non ho altri che te, Signore. Dà a me coraggio!”
Ester 5 “Il terzo giorno” (giorno che evoca novità e compimento) Ester si presenta al re sfidando le regole
del a corte, e quindi esponendosi al a morte! Il riferimento al “terzo giorno”, però, fa presagire un esito di vita.
Il racconto mette a confronto la debolezza di Ester con la forza del sovrano (visto come dio). Ma la debolezza di Ester, la sua paura, lo svenimento, le impacciate parole … ottengono più che la sua
bel ezza o le sue arti persuasive! Come mai questo?L’autore risponde così: “Dio volse a dolcezza l’animo del re”. Ora il re non è più “il toro furioso”, ma
“il fratel o” che sostiene e ama (bacio). E’ Dio dunque che è al ’opera in questa complessa vicenda. Non sono le forze umane (bel ezza,
furbizia, intel igenza …) a “cambiare le sorti” del popolo d’Israele, ma Dio stesso. Egli agisce segretamente, ma potentemente nel a storia degli uomini. Ester 6 La novità del “terzo giorno” è preceduta dal ’oscurità del a “notte”. Notte che racconta memorie:
quanto ha fatto Mardocheo a favore del re. Aman, nel a sua sfrontata superbia, si candida a un trionfo spettacolare. Non sa che il trionfo è per
il “nemico” Mardocheo, che egli vuol fare impiccare. Sarà proprio Aman a rivestire di ogni onore Mardocheo … il giudeo!
“Afflitto e col capo coperto”, Aman torna a casa. La moglie e gli amici “leggono” il singolare episodio nel modo giusto: Il Dio vivente è dal a parte dei giudei! Bisogna dunque “abbassarsi
davanti a Mardocheo”. L’insegnamento è molto chiaro. I pagani debbono riconoscere il Dio d’Israele e farsi piccoli davanti
al popolo che Dio ha scelto. Ester 7,1-8,12
I banchetti hanno una grande importanza nel libro di Ester e nel a struttura sociale di ogni tempo. In essi infatti si celebra la vita o si decide la morte.
Ester chiede la vita per sé e per il suo popolo. La sua morte e quel a del suo popolo sarebbero un danno per il re e tutto il suo regno. Ne avrebbe vantaggio solo il cattivo Aman. Immediatamente “il
cattivo” viene impiccato al palo che aveva preparato per Mardocheo. Da quel momento “Ester si alzò per stare accanto al re”. Noi diremmo ch “trovò grazia e prese a …
comandare!”. Viene pubblicato un decreto in cui si prescrive che i Giudei possano seguire le loro leggi, difendersi
e trattare come vogliono i loro nemici. Israele dunque ha diritto di vivere! Non solo, ma di vivere “come Israele”. Ester 8,12a-17 La lettera del re Artaserse, ispirata da Mardocheo e Ester, dice quel o che la comunità dei giudei
sparsa nel mondo pagano vuol sentirsi dire!I Giudei sono figli del Dio altissimo, del Dio massimo che regna sul ’universo (i regni terreni sono
poca cosa!). Ai Giudei è permesso di “valersi con tutta sicurezza del e loro leggi”. Possono respingere coloro che
volessero perseguitarli. Il giorno che era stabilito per la loro distruzione si trasformerà in celebrazione di vittoria e di gioia.
“Per i Giudei vi era luce e letizia … festa e al egria. E molti pagani si fecero circoncidere e per paura dei Giudei, si fecero Giudei”. Ester 9 L’episodio narrato (“sterminio dei nemici”) va avvicinato ad altre narrazioni simili: morte dei
primogeniti d’Egitto, sterminio degli abitanti di Canaan …. Va letto e colto nel suo significato profondo, e non come esaltazione del a vendetta.
L’episodio è ricordato come giorno di vittoria per i Giudei: davanti a loro, nessuno può resistere,
perché Dio è con loro!Pertanto, questo giorno di vittoria va fissato in un “decreto” e va celebrato come festa in ogni
generazione. Segna un grande “passaggio”: dal pianto al a gioia e dal dolore al a festa. Giorno in cui “si inviano doni agli amici e ai poveri”.
Quel giorno si chiamerà Purim, giorno del e “sorti” … rovesciate! Ester 10
Il libro di Ester si conclude con poche parole che danno conto del “nucleo storico” dal quale è derivato “il dramma” presentato con enfasi nel libro stesso.
Un re potentissimo, che governa il mondo intero, ha al suo fianco un Giudeo. Questi fa emanare leggi che proteggono l’identità dei Giudei stessi e tolgono loro la paura di essere “sterminati”.
L’esito di tutto questo “cambiamento di sorti” è una grande letizia per i Giudei che, paradossalmente, sono “amati da tutta la nazione”.
Come concludere? Lo si può fare con le parole di Mardocheo: “Il Signore ha salvato il suo popolo […] Ha operato grandi prodigi […] Ha gettato due sorti: una per il popolo di Dio e una per tutte le
nazioni […] Dio si ricordò del suo popolo e rese giustizia al a sua eredità”. Israele, dunque, ha sperimentato un “nuovo esodo”. Lo dovrà celebrare “con riunioni, gioia e letizia
davanti a Dio, di generazione in generazione”. Non aveva chiesto la stessa cosa Dio per l’antico esodo dal ’Egitto? Ogni atto di Dio è sempre un
Journal of Biblical Ethics in Medicine – Volume 8, Number 1 Quackery Dr. Terrell is Assistant Professor of Family Medicine at McLeod Regional Medical Center in Florence, S.C. With enactment of medical licensure laws in the latterwithout, and among those with higher incomes. half of the nineteenth century medical practitionersbegan an attempt to define and enforce upon thePractitioners o
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